Pazienti con tachicardia ventricolare: l’ablazione transcatetere con radiofrequenza migliora i risultati a lungo termine
Dallo studio Thermocool VT è emerso che i pazienti con tachicardia ventricolare ricorrente sperimentano un minor numero di shock da defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) e di episodi di tachicardia ventricolare a 6 mesi, e presentano riduzioni nell’uso di Amiodarone e nei ricovero in ospedale durante i primi 3 anni dopo l'ablazione.
E’ stata esaminata la sicurezza a lungo termine e l'efficacia della ablazione transcatetere con radiofrequenza mediante un catetere irrigato ( Biosense Webster ).
L'esito primario di sicurezza in acuto era rappresentato da eventi avversi cardiovascolari durante l'ablazione ed entro i primi 7 giorni dopo l'ablazione.
L'esito primario di sicurezza a lungo termine consisteva nella mortalità per qualsiasi causa a 12 mesi.
E’ stata anche valutata la mortalità per tutte le cause e la mortalità cardiovascolare durante i primi 3 anni.
Sono stati arruolati 249 adulti affetti da tachicardia ventricolare sostenuta monomorfa o tachicardia ventricolare incessante associata a malattia coronarica presso 18 Centri negli Stati Uniti nel periodo 2007-2009.
Tutti i pazienti sono stati monitorati fino a giugno 2012.
La coorte per l’analisi di sicurezza era costituita da 233 pazienti, mentre la coorte di efficacia comprendeva 224 pazienti.
Dei 224 pazienti della coorte di efficacia, 184 avevano dati disponibili per la valutazione a 6 mesi; 176 per la valutazione a 1 anno, 161 per la valutazione a 2 anni e 141 per la valutazione a 3 anni.
La maggior parte dei pazienti era di sesso maschile ( 94% ) e di razza bianca ( 92% ); l'età media era di 67 anni.
Più del 95% dei pazienti presentava malattia coronarica, il 95% era stato sottoposto a un impianto di ICD, l'85% aveva un precedente infarto miocardico e il 69% soffriva di ipertensione.
Il tasso di eventi avversi cardiovascolari è stato pari al 3.9%.
E’ stata osservata una perforazione cardiaca, due blocchi cardiaci completi, tre versamenti pericardici e tre decessi.
La degenza ospedaliera mediana dopo intervento di ablazione è stata di 2 giorni.
A 6 mesi, il 62% dei pazienti non presentava recidiva di tachicardia ventricolare sostenuta.
Tra coloro che avevano un ICD, la percentuale di pazienti che ha sperimentato gli shock da dispositivo è scesa dall’81.2% al 26.8% ( p inferiore a 0.0001 ).
Inoltre, il numero di pazienti con normali punteggi alla scala HADS ( Hospital Anxiety and Depression Scale ) è aumentata dal 48.8% al 69.1% ( P inferiore a 0.001 ).
I tassi di mortalità per qualsiasi causa sono stati del 13.4%, 18.8% e 25.4%, rispettivamente, a 1, 2 e 3 anni dopo l'ablazione.
Dei 184 pazienti con dati disponibili a 6 mesi, il 62% non ha presentato recidiva di tachicardia ventricolare durante i primi 6 mesi.
Il tasso costante di tachicardia ventricolare riferita dal paziente per 1, 2 e 3 anni è stato, rispettivamente, del 22.7%, 29.8% e 24.1%.
L’impiego di Amiodarone e il ricovero in ospedale sono anche diminuiti da 55% e 77.2% della pre-ablazione a 23.3% e 30.7% a 1 anno, 18.5% e 36.7% a 2 anni, e 17.7% e 31.3% a 3 anni.
Non è stata rilevata alcuna associazione tra la non-inducibilità e la più bassa mortalità a 3 anni ( P = 0.21 ).
Secondo gli Autori, sono necessari ulteriori studi per verificare il beneficio sulla mortalità del controllo della tachicardia ventricolare e l'eliminazione della terapia farmacologica antiaritmica.
Tuttavia, la diminuzione degli shock da ICD, dell'uso di Amiodarone e dei ricoveri a lungo termine sono indice di un miglioramento clinicamente significativo nella qualità di vita. ( Xagena2016 )
Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2016
Cardio2016
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